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L’amore è imperfetto


L'amore è imperfetto è il primo film realizzato dalla scrittrice e sceneggiatrice Francesca Muci, nel 2012, tratto dal romanzo omonimo edito da Piemme. I brani L'amore è una cosa semplice e TVM di Tiziano Ferro sono la colonna sonora del film.
Trentacinquenne di bell'aspetto che lavora per una casa editrice, Elena prende l'amore come viene dopo una cocente delusione. Per via di un buffo incidente, entra in contatto con una diciottenne disinibita, Adriana, e con un produttore discografico cinquantenne, Ettore, due facce di uno stesso percorso di seduzione che, fino a qualche tempo prima, non avrebbe mai immaginato di poter intraprendere. Nell'alternanza tra il presente, il 2012, e il passato, il 2005, conosciamo le ragioni della sua nuova visione della vita, il rapporto fallimentare con il fotografo Marco e l'amicizia con Roberta.
Ispirato all'omonimo romanzo della stessa regista, al lavoro con Gianni Romoli anche sulla sceneggiatura, L'amore imperfetto è apprezzabile per l'argomento scelto, quella sessualità sempre meno indagata da un cinema schiavo della televisione, quanto bilanciato tra il tema proposto e le modalità di racconto impiegate. Documentarista alla prima prova con il lungometraggio di finzione, Francesca Muci riesce nel compito non facile di trattare il sesso, sia etero che omosessuale, senza morbosità o volgarità, grazie ad uno sguardo quieto e ad una sensibilità femminile di cui si sente la presenza per tutta la durata. Film di donne, di complicità, di sorprese e delusioni, soffre purtroppo di alcuni personaggi eccessivamente marcati, su tutti quello del bello e maturo Ettore, e di una deriva melodrammatica non adeguatamente sviluppata. 
Un difetto non da poco, in realtà: qui solo abbozzata, sarebbe stata sufficiente la problematica della maternità negata a far vibrare le corde di un sentimento che, invece, tende a gelarsi in una scena-chiave sospesa e poco plausibile. Al centro di tutto rimane Elena, resa dalla sottolineata e nondimeno credibile interpretazione di Anna Foglietta, apparentemente schiacciata dai fuochi di due passioni diverse e complementari tra le quali non riesce o non vuole scegliere. Questo progetto certamente sentito che tiene conto di schemi coraggiosi e poco usuali non arriva a suscitare particolare pathos, perché privo di un climax compromesso anche dall'alternanza - in montaggio - tra passato e presente, ma conta per una rappresentazione della sessualità adulta e, a suo modo, armonica. 
Non male l'idea di ambientare la storia in una Bari - la pellicola è realizzata con il contributo dell'Apulia Film Commission - in cui convivono più accenti e dialetti, al di fuori del solito cliché del sud colorato o degradato.





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