Presentazione dell'autore
Ogni volta che ho ascoltato la storia del tradimento di Gesù da parte di Giuda Iscariota, ho sempre provato un forte senso di compassione e simpatia verso chi, pur facente parte del disegno di salvezza deciso da Dio, veniva poi trattato come il peggiore dei delinquenti.
“Quello che devi fare fallo al più presto,” gli diceva Gesù, e lui, ubbidiente e con enorme coraggio, faceva quello che era il suo compito, ciò che il suo Maestro si aspettava da lui.
“Quello che devi fare,” gli disse Gesù, dopo che “cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno.”
Tutto era stato deciso, tutto era stato scritto e tutto consapevolmente accettato da Gesù, il Protagonista tra i protagonisti, che lo ha scelto come discepolo, che lo ha avuto seduto al suo fianco durante l’ultima cena, che non ha mai cercato di fermarlo, perché non doveva essere fermato.
Dopo tanti anni, ho deciso di trasformare quella storia, che ho sempre sentito come una grande ingiustizia verso colui che si è caricato della parte più gravosa del piano divino della salvezza, in un romanzo che in qualche modo “rimettesse apposto le cose”.
Così è nato “Un Angelo di nome Giuda”, la storia del discepolo traditore che torna nuovamente in forma umana per raccontare, ad un giornalista televisivo, la sua versione dei fatti accaduti due millenni fa; chi era, come e perché è diventato il traditore più famoso dell’Umanità, ma, soprattutto, quale fu il suo vero ruolo, svelando tutti i retroscena della sua azione, rimasti fino ad ora segreti.
Il testo è appunto il racconto, scritto in prima persona dal protagonista, dei pochi giorni passati con Giuda che lo mette a conoscenza dei veri insegnamenti segreti di Gesù e di come questi siano stati lasciati alla Sua vera Chiesa, giunta in forma segreta fino ai nostri giorni.
Con l’arrivo di Giuda nella sua vita, il protagonista è accompagnato in un viaggio fantastico, dapprima dentro di se, dove scopre il “Doppio Sigillo” che lo lega al Cristo da molto tempo, e quindi in altre dimensioni, dove inizia a rivedere molte delle certezze della sua vita presente, mentre è coinvolto in incontri, e scontri, con esseri di vari livelli di consapevolezza, sia umani sia spirituali.
Si trova quindi nel mezzo dell’eterna lotta tra il bene ed il male, ne scopre le ragioni profonde, ne comprende il senso e l’utilità legata alla nostra dimensione umana; gli è mostrata la natura del tempo, della materia e dei livelli d’esistenza, in un continuo altalenare tra presente e passato, tra mondo materiale e spirituale, tra spiriti incarnati e spiriti disincarnati, tra Angeli e Demoni, i primi che operano affinché la verità di Giuda sia svelata, i secondi che cercano ferocemente di impedirlo.
Il libro, in una trama di fantasia, contiene però argomenti molto reali: i riferimenti vengono infatti tutti dai Vangeli, dalla Bibbia o dagli scritti patristici, ma anche da documenti gnostici o di comunità cristiane primitive; ma “Un Angelo di nome Giuda” non è l’ennesimo libro fatto per gettare discredito sulla Chiesa, così come non è l’ennesimo trattato in cui, con lo stesso fervore dei credenti, si cerca di dimostrare l’assurdità della fede.
La mia intenzione era quella di scrivere un romanzo nel quale si fondessero, in modo da nascondersi l’una all’altra, la fantasia della storia e la realtà del contesto, tanto che, per scelta, sono stati omessi tutti i riferimenti ai brani riportati dalle Sacre Scritture, lo stesso protagonista non ha un nome e neppure il tempo ed il luogo in cui si svolge la storia sono identificabili.
Ho voluto scrivere un libro che si adattasse ad ogni tipo di lettore, che può scorrerlo come fosse uno scritto di pura fantasia, o magari impersonarsi nel protagonista e svilupparne l’ambientazione ed il contesto secondo le sue preferenze o il suo vissuto, o anche rimanerne incuriosito, tanto da decidere di fare delle ricerche per verificare se tutto ciò che è scritto è o meno pura immaginazione, nel qual caso potrebbe scoprire - nella finzione di un improbabile incontro - che il libro contiene molti più riferimenti a verità di fede di quanto può far immaginare una lettura superficiale.
“Un Angelo di nome Giuda” è un’interpretazione, fantasiosa quanto si vuole, ma pur sempre un’interpretazione di quanto racconta la Sacra Scrittura riguardo la storia di Gesù, ed è un libro che vuole creare dubbi più che rivelare verità, vuole generare domande più che fornire risposte.
Vuole essere un libro in cui chi legge, come accade al protagonista, possa essere messo di fronte alla opportunità di rivedere le credenze su cui ha creato il suo proprio mondo.
Questo libro riguarda Cristo, ma non il Cristianesimo, riguarda l’essere religiosi, ma non l’appartenere ad una religione, riguarda la spiritualità ma non la fede.
E’ un viaggio all’interno di ciò che la maggior parte di noi crede, è un’ambientazione fantastica in cui i dubbi e le incongruenze si possono finalmente manifestare e, grazie all’aiuto di un essere soprannaturale, trovare vie di comprensione diverse da quelle cui siamo abituati.
Daniele Traferro
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